Col termine derattizzazione si intendono tutte quelle pratiche di origine chimica o fisica atte alla cattura, eliminazione o esclusione di roditori.
Alla base di un buon intervento di derattizzazione c’è sempre un sopralluogo quanto più possibile accurato che ha lo scopo di individuare tutti quelli che possono essere i punti deboli della struttura da proteggere; contestualmente al primo sopralluogo si individuano i più visibili punti di ingresso e si consigliano le misure necessarie per impedire l’accesso e la proliferazione dell’infestante (interventi strutturali, sistemi di protezione, regole comportamentali, ecc.).
Col procedere dei lavori, questo primo elenco verrà di volta in volta aggiornato al fine di impedire, per quanto è possibile, l’ingresso di nuovi individui; dette pratiche vengono chiamate Rat-Profing.
Nelle industrie sarà nostra cura fornire nozioni di Stacking, stoccaggio corretto delle merci e Housekeeping, stato di conservazione dei locali.
I sistemi di derattizzazione tradizionale prevedono l’istallazione all’esterno di un impianto di erogatori di esche ratticide che deve essere tanto più sicuro quanto più è sensibile l’area da trattare (ospedali, parchi scuole, ecc.). In seguito si procederà alla lotta attiva con posizionamento di esche all’interno degli erogatori o in punti “protetti” e al monitoraggio.
Gli erogatori sono in materiale plastico, resistente, indeformabile e dotati di chiave di sicurezza.
All’interno degli stabili, invece onde evitare che il personale operante o i fruitori possano entrare in contatto con prodotti tossici o, parlando di aziende alimentari, secondo la normativa vigente ed i principi dell’H.A.C.C.P., si preferiranno trappole a cattura, trappole collanti oppure esche virtuali prive di veleno che ci permettono di evidenziare l’eventuale presenza dei roditori prima che questa diventi palese e quindi prima che si verifichino danni.